Alcuni genitori credono che permettere ai propri figli l’assaggio di alcol in famiglia possa scoraggiarne il consumo. Ma questa credenza che risulta piuttosto diffusa, almeno tra i genitori americani, espone precocemente i bambini ad un grave fattore di rischio rispetto all’uso in adolescenza. Uno studio americano ha intervistato telefonicamente oltre 1000 coppie madre-figlio, selezionate casualmente per partecipare ad un programma di prevenzione sull’uso di alcol, al fine di capire l’atteggiamento dei genitori nei confronti dell’alcol e la relazione tra tali credenze e la prima sperimentazione nei figli.
I ricercatori hanno considerato quali fattori chiave l’atteggiamento dei genitori favorevole all’assaggio di bevande alcoliche, i comportamenti che favorivano la possibilità per i figli di provare l’alcol e l’effettivo assaggio da parte dei bambini intervistati di birra, vino o altri alcolici. Ebbene, circa il 33% dei ragazzi intervistati (età media 9 anni) ha riferito di aver già sperimentato l’alcol. In particolare, l’analisi dei dati ha evidenziato una forte relazione tra l’atteggiamento genitoriale nei confronti dell’alcol e l’uso nei figli. Le convinzioni per cui permettere ai propri figli di assaggiare l’alcol possa avere un effetto protettivo, inclusa la possibilità di ridurre il consumo in adolescenza rendendoli più resistenti all’influenza dei coetanei, variano dal 15% al 40% tra le madri intervistate. Un genitore su quattro ritiene che l’assaggio di alcol possa agire da deterrente per il sapore sgradevole, mentre il 40% ritiene che porre un divieto aumenterebbe il desiderio della sperimentazione. Molti genitori si aspettano che il modo con cui l’alcol viene fruito in casa, sotto la supervisione genitoriale, venga replicato anche quando i figli sono in compagnia dei propri amici. Aspettativa smentita da numerosi studi che hanno dimostrato, invece, la propensione del cervello adolescente a non rispettare le regole di casa in presenza dei coetanei.
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